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Secondaria 2° grado

Ascoltare per capire

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    • 04. Prima di parlare bisogna ascoltare
    • • È facile ascoltare?

      • Chi ci ha insegnato ad ascoltare?

      • Quando ci sentiamo ascoltati/e?

      • Quali sono gli ingredienti dell’ascolto empatico?

      • Sappiamo ascoltare il punto di vista dell’altro/a prima di rispondere?

Svolgimento
100'
  • Leggi il Manifesto della comunicazione non ostile

    L’insegnante apre l’incontro enunciando il quarto principio del Manifesto della comunicazione non ostile e chiede agli studenti e alle studentesse se qualcuno/a abbia insegnato loro ad ascoltare. Probabilmente ci hanno insegnato a parlare, scrivere e leggere ma non ad ascoltare. Eppure, è una parte fondamentale della comunicazione, la più importante per comprendere e rispettare l’altro/a.

  • Ascolta

    L’insegnante divide i/le ragazzi/e in coppie casuali.

    La consegna è di parlare a turno per 5 minuti descrivendosi e raccontando qualcosa di sé (che sport pratico, cosa mi piace…). L’altro/a ragazzo/a ascolta in silenzio senza intervenire. Al termine dei 5 minuti chi ha ascoltato avrà 5 minuti per compilare una “carta d’identità” del/della compagno/a, restando fedele alle informazioni che ha ricevuto e che ricorda. A questo punto si invertono i ruoli: chi ha ascoltato, si descriverà e chi prima ha parlato si metterà in posizione di ascolto. 

    L’insegnante raccoglie tutte le “carte d’identità” e procede con la lettura, senza rivelare il nome di chi vi è descritto/a.

    La classe dovrà indovinare di chi è la “carta d’identità” e chi è descritto/a potrà dire se si riconosce nella rappresentazione del/della compagno/a.

    Al termine, si proverà a riflettere insieme sulle seguenti domande:

    • È facile ascoltare in silenzio?
    • Avete avuto la tentazione di intervenire?
    • Avete scoperto qualcosa di nuovo dei/delle compagni/e, ascoltandoli con attenzione?

    L’insegnante chiede ai/alle ragazzi/e se si sono sentiti/e ascoltati/e durante l’attività.

    Vengono quindi consegnati a ognuno/a dei post-it su cui scrivere gli “ingredienti” di un buon ascolto: “mi sento ascoltato/a quando… (ad esempio: non vengo interrotto/a, mi guardano negli occhi, il/la mio/a interlocutore/interlocutrice non fa altro, etc..)”.

    Al termine si realizzerà un documento unico o un cartellone contenente tutti gli ingredienti di un ascolto onesto e aperto. 

    Quali sono invece gli elementi che pregiudicano l’ascolto? L’insegnante mostra il video “Bricks risorse didattiche Hate Speech – video 4”, bloccandolo più volte e chiedendo a ragazzi/e come prosegue a loro parere la storia: cosa influenza la nostra capacità di ascoltare sia i segnali non verbali che le parole dell’altro/a? Esiste solo il mio punto di vista? Sono disposto/a ad ascoltare il punto di vista dell’altro/a prima di parlare? Quante volte non ascoltiamo con attenzione perché “tanto so cosa dirà/farà”?

    L’insegnante a questo punto chiede a un/a volontario/a di raccontare una propria giornata (ad esempio: come ha trascorso il pomeriggio precedente da quando è uscito/a da scuola fino a quando è andato/a a dormire). Distribuisce quindi a ogni compagno/a un biglietto con alcune indicazioni, che devono restare segrete. A turno ognuno/a narrerà la storia tenendo conto delle indicazioni ricevute, ad esempio:

    • È la storia più bella che tu abbia mai sentito
    • Hai fretta di finire il racconto perché stai perdendo il treno
    • È una storia tristissima
    • La persona del racconto è la più antipatica che tu conosca
    • Menti su tutto
    • Cerchi di difenderti perché ti accusano di qualcosa
    • Vuoi spettegolare sulla persona e fare insinuazioni

    Il resto del gruppo dovrà indovinare quali erano le indicazioni ricevute dal/dalla compagno/a per la recitazione.

    Terminato il giro di interventi si riflette insieme sulle seguenti domande:

    • come è cambiata la storia?
    • I pregiudizi hanno influenzato le informazioni?
    • Questo succede anche nella vita reale e sui social?
  • Guarda il video e discuti

    Ricordando il quarto principio del Manifesto della comunicazione non ostile, l’insegnante propone la visione di uno spezzone del film d’animazione “Inside Out”, in cui Tristezza mostra il potere dell’ascolto attivo per aiutare l’altro.

    L’insegnante invita a riflettere sulla frase “Basta ascoltare”: quante volte ascoltiamo davvero l’altro/a per comprendere il suo punto di vista e accoglierlo/a e quante volte (come Gioia) cerchiamo di dare la nostra soluzione? Ascoltiamo per comprendere o per rispondere?

  •  Le attività possono essere proposte in più giornate:

    • A casa i/le ragazzi/e potranno riscrivere una fiaba o un testo classico ponendosi dal punto di vista dell’antagonista (ad esempio Cappuccetto Rosso scritto dal punto di vista del lupo, Cenerentola dal punto di vista delle sorellastre, etc.).
    • Partendo da un compito di studio assegnato, si possono dividere i/le ragazzi/e in gruppi da tre: ognuno/a ripete all’altro/a ciò che ha studiato e compreso dell’argomento assegnato dal/dalla docente a un/a compagno/a che ascolta in silenzio e con attenzione. Il terzo elemento avrà il ruolo del disturbatore, intervenendo, interrompendo, facendo domande, come la fantasia gli suggerisce senza utilizzare modalità violente. Quando tutti/e i/le ragazzi/e hanno sperimentato i tre ruoli, riprendere chiedendo come ci si è sentiti/e nel ruolo di chi ostacolava la comunicazione, quali sono state le modalità di disturbo che hanno interrotto la comunicazione e come si è risposto a chi disturbava. Riportare le considerazioni su un cartellone. Cosa abbiamo imparato?
    • Per introdurre il tema dei punti di vista dell’altro si possono proporre le figure ambigue, sottolineando che tutti stanno guardando la medesima immagine, ma può essere che persone diverse vedono cose differenti. Coinvolgere i/le ragazzi/e nello spiegare la figura che vedono a chi non riesce a vederla.

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