Dalle parole arrabbiate alle parole con stile
La rabbia e la sua espressione attraverso le parole.
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• Ci si può arrabbiare in un modo costruttivo?
• Perché è importante riflettere sulle parole che si dicono quando ci si arrabbia?
• E’ possibile arrabbiarsi con stile?
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Per lo svolgimento di questo step utilizza delle letture sulla rabbia, a scelta dell’insegnante.
L’insegnante introduce il tema della rabbia: è una delle emozioni principali e universali, che tutti/e proviamo.
Infatti, a ognuno/a succede di arrabbiarsi: come tutte le emozioni, arriva e passa dopo un po’ che l’abbiamo provata; mentre siamo arrabbiati/e però può succedere di esprimerla in modi che non fanno bene a noi stessi/e o agli/alle altri/e.
Quando ci sentiamo arrabbiati/e ad esempio anche le nostre parole cambiano: diventano appuntite e dobbiamo prestare molta attenzione a come le usiamo.
Quando ci arrabbiamo i pensieri corrono veloci e il percorso che li porta a diventare parole si accorcia; a volte escono fuori da sole, senza che ce ne accorgiamo. E sono così appuntite che possono ferire qualcuno/a!
Quindi, cosa possiamo fare?
Possiamo innanzitutto seguire delle piccole regole per esprimere la rabbia: quando la tiriamo fuori, dobbiamo far attenzione a non far male a noi stessi/e, a non far male alle altre persone (con le parole e con i gesti) o non rompere le cose.
Parlarne aiuta!
Ci sono tantissime parole che possiamo usare per spiegare come ci sentiamo e cosa ci fa arrabbiare: proviamo a trasformare in “parole con lo stile” le nostre veloci parole arrabbiate!
Le parole con lo stile sono parole che ci aiutano a dire cosa pensiamo o come ci sentiamo a chi abbiamo accanto rispettando i dieci principi del Manifesto della comunicazione non ostile.
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Per lo svolgimento di questo step utilizza una scatola di cartone e dei fogli A4
L’insegnante chiede a ogni alunno/a di scrivere su un foglio, senza riportare il proprio nome, la frase che dice più spesso quando si arrabbia e discute con un/a compagno/a, oppure con i propri fratelli o sorelle, e che non rispetta le regole citate precedentemente (ad es. sei stupido/a, sei un bugiardo/a, non ti sopporto più, ecc..).
Al termine di quest’attività, tutte le “parole arrabbiate” verranno raccolte all’interno di una scatola predisposta precedentemente.
L’insegnante ne rileggerà alcune o se preferisce tutte, allo scopo di far emergere che l’utilizzo di quelle parole non facilita la comprensione dell’altro/a e non aiuta chi le dice a sentirsi meglio.
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Pesca dei bigliettini
È necessario dunque realizzare la trasformazione: le parole arrabbiate diventeranno parole con lo stile.
Ogni bambino/a entrerà così a far parte della scuola di magia non ostile: ciascuno/a può iniziare scegliendo il proprio nome da mago/a!
L’insegnante leggerà ad alta voce il Manifesto della comunicazione non ostile, come se fosse la ricetta di una pozione magica: si soffermerà in particolare sul principio 8, spiegandolo proprio in vista della trasformazione che la classe dovrà realizzare.
Verrà chiesto poi a ciascuno/a di pescare un bigliettino contenuto nella scatola delle parole arrabbiate e di trasformarlo in una frase con lo stile, che rispetti le 3 regole prima considerate e i principi del Manifesto.
Dopo la trasformazione, ogni bambino/a leggerà ad alta voce prima la frase arrabbiata e poi quella con stile, spiegando il segreto del suo incantesimo (ad es. sei un/a bugiardo/a potrebbe diventare “mi sono arrabbiato/a perché non hai mantenuto la promessa che mi avevi fatto”).
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Spiegazione del tema e dell’esercizio
L’insegnante sottolineerà che usare parole con stile permette di essere maggiormente capiti/e dalle altre persone, esprimendo comunque ciò che si prova.
È un utile esercizio da fare, anche per la vita online: quante volte si scrivono messaggi pieni di parole arrabbiate!
Questo esercizio di trasformazione si può applicare a tutte la parole, sia quelle dette che quelle scritte. Anzi, con quelle che si scrivono forse è anche più facile: basta prendersi un po’ di tempo e pensare bene a come raccontare che ci si è arrabbiati/e.
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Una volta investiti/e del ruolo di mago/a, alunni/e porteranno avanti l’opera di trasformazione delle parole arrabbiate ogni volta che sarà necessario.
Si può scegliere a turno che ogni settimana uno/a di loro sia il/la custode della magia per la classe: verificherà che vengano rispettate le indicazioni nei momenti di discussione.
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