A scuola di pace
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- Collaborazione
- Conflitto
- Emozioni
- Costituzione
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- Educazione Civica
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- Comunicazione nella madrelingua
- Consapevolezza ed espressione culturale
- Competenze sociali e civiche
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- 05. Le parole sono un ponte
- 07. Condividere è una responsabilità
- 03. Le parole danno forma al pensiero
- 02. Si è ciò che si comunica
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- cosa significa guerra?
- cosa significa pace?
- cosa possiamo fare noi bambini/e nel nostro piccolo per diffondere la pace?
- come ci sentiamo?
- abbiamo qualche domanda?
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Leggi con i bambini la poesia per introdurre il tema del conflitto
(Poesia “Io adoro i gatti” tratta da A. Sarfatti, N. Costa, Parole Appuntite, Parole Piumate, Franco Cosimo Panini, 2018.)
Leggi con i bambini la filastrocca “Io adoro i gatti”.
dopo averla letta assieme almeno due volte, chiedi ai bambini se in questi giorni hanno sentito parlare di una guerra in corso.
È importante far capire ai bambini che qui sono in un posto sicuro: mostra loro attraverso goolge maps o attraverso una cartina in classe dov’è l’Ucraina e dov’è l’Italia.
Spiega ai bambini che siete tutti assieme a scuola, che state bene e che siete al sicuro, anche a casa siete al sicuro, spiega che c’è una guerra in Ucraina, è un grosso problema, ma qui in Italia siamo al sicuro, molte persone si stanno impegnando per aiutare la popolazione in Ucraina e cercare di far capire quanto è importante la pace.
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Leggi e racconta in classe una delle due favole proposte
Introduciamo il tema attraverso una favola come “La guerra delle campane” che spiega in modo semplice che l’uomo desidera la pace oppure, sempre di Rodari, “La rivolta delle macchine” in Fiabe lunghe un sorriso (qui trovi un’animazione della favola ) in cui sono le macchine si ribellano e non vogliono fabbricare le armi.
Attraverso domande l’insegnante esplora la comprensione delle storie proposte, ponendo l’attenzione – senza banalizzare- sul desiderio di costruire la pace che c’è nell’uomo e in ognuno di noi.
Come possiamo coltivare questo desiderio di pace nella nostra quotidianità?
Dalle risposte dei bambini/e e dalle loro domande sarà possibile collegarsi all’attualità e al conflitto in atto in Ucraina per accogliere le emozioni dei bambini/e, senza forzare o banalizzare (vedi suggerimenti e approfondimenti).
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Interroghiamoci quindi su come poter fare un gesto concreto rispetto al conflitto che stiamo vivendo: Le parole sono uno strumento potente che possiamo usare per far sentire la nostra fratellanza.
Come ci insegna il principio 5 del Manifesto della comunicazione non ostile, le parole sono come delle pietre: siamo noi a decidere come utilizzarle, se per costruire muri, lanciarle contro gli altri oppure per invece costruire ponti.
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Possiamo raccontare il desiderio di pace della classe attraverso un disegno di un ponte con le mani colorate della classe da appendere fuori la scuola o da donare ad un’associazione o da inviare ad un’istituzione.
In sottofondo possono essere riprodotte canzoni riguardanti la pace (come quelle suggerite), per accompagnare il lavoro e sostenere le emozioni.
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Con i bambini/e della scuola dell’infanzia non è opportuno proporre temi relativi alla guerra o fornire informazioni tecniche o dettagliate. Tuttavia i bambini piccoli “sentono” quello che accade intorno a loro.
Se sentono parlare di guerra o vedono immagini (ricordiamo che è opportuno che i bambini/e siano protetti da video e immagini che destano in loro angoscia e preoccupazione), possono sorgere in loro domande, alle quali va data una spiegazione semplice e comprensibile, Proviamo ad aiutarli a esprimere le proprie emozioni e ad affrontare le paure che possono avere.
E’ importante dare sicurezza, non contagiarli con le nostre paure, parlare di pace invece che parlare di guerra, ricordarsi che i bambini/e hanno bisogno di fare, quindi proporre qualche piccola azione concreta da realizzare insieme.
Qui trovi una raccolta di risorse a cui puoi attingere per parlare della guerra ai bambini/e
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