Sono una ragazza
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- Cyberbullismo - bullismo
- Costituzione
- Inclusione
- Consapevolezza e responsabilità
- Bodyshaming
- Emozioni
- Hate speech
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- Area Storico-Geografica-Filosofica
- Area Umanistico-Letteraria
- Educazione Civica
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- Consapevolezza ed espressione culturale
- Competenza digitale
- Comunicazione nelle lingue straniere
- Comunicazione nella madrelingua
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- 09. Gli insulti non sono argomenti
- 06. Le parole hanno conseguenze
- 03. Le parole danno forma al pensiero
- 05. Le parole sono un ponte
- 02. Si è ciò che si comunica
- 10. Anche il silenzio comunica
- 04. Prima di parlare bisogna ascoltare
- 08. Le idee si possono discutere.Le persone si devono rispettare
- 01. Virtuale è reale
- 07. Condividere è una responsabilità
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- Ci sono delle parole, con cui vengono descritte le bambine, che non mi piacciono e non mi rappresentano?
- Le parole possono raccontare che pur essendo diversi abbiamo uguali diritti possiamo svolgere gli stessi mestieri?
- Cosa può fare ognuno di noi per cambiare i finali che non ritiene giusti?
- Ci sono luoghi in cui ancora oggi bambine e ragazze devono lottare per avere gli stessi diritti dei coetanei maschi?
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Scrivi sulla lavagna o lim
L’insegnante scrive alla lavagna le parole “femminuccia” e “maschiaccio” e, in modalità brainstorming, invita i bambini e le bambine a dire tutto quello che queste due parole fanno venire loro in mente, quando le hanno sentite pronunciare, da chi, per esprimere cosa, e se le hanno mai usate nei confronti di qualcuno.
Dopo aver raccolto le prime impressioni, l’insegnante chiede ai bambini e alle bambine se ci sono altre parole o espressioni che vengono usate nei confronti delle bambine o di ragazze più grandi (sorelle, cugine, amiche) che a loro non piacciono, e per quale motivo.
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Leggi il libro
Insieme alla classe, l’insegnante legge e poi tutti commentano “Sono una Ragazza!” di Yasmeen Ismail, ed. Giralangolo – Sottosopra, 2017.
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Usa fogli divisi in due colonne
L’insegnante divide i bambini e le bambine in piccoli gruppi e li invita a scrivere su due colonne le caratteristiche/differenze tra maschi e femmine.
I gruppi condividono le loro liste e l’insegnante li aiuta a comprendere che essere diversi non significa avere meno opportunità e meno diritti e che nessuno può decidere al posto tuo: niente è scritto per sempre, neanche le fiabe, di cui possiamo riscrivere il finale.
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A gruppi o a coppie, i bambini e le bambine sono invitati a svolgere le seguenti attività:
- raccontare una o più storie di donne che si sono distinte in ambiti considerati maschili;
- fare una lista di nomi di mestieri o di funzioni che un tempo non venivano declinati al femminile, perché di fatto non venivano praticati dalle donne, ma che oggi possono e devono venir usati applicando il genere corretto se riferiti a una donna o a una ragazza;
- riscrivere il finale di una fiaba classica;
- cercare storie di bambine e ragazze che ancora oggi devono lottare per avere gli stessi diritti dei coetanei maschi.
A propria discrezione, l’insegnante può proporre la lettura dei seguenti libri:
- “Fiabe In Rosso”di Lorenzo Naia e Roberta Rossetti, VerbaVolant, 2015;
- “Quante tante donne. Le pari opportunità raccontate ai bambini” di Anna Sarfatti, Mondadori, 2019;
- “La dichiarazione dei diritti delle femmine” di Elisabeth Bramie Estelle Billon-Spagnol, Lo Stampatello, 2015;
- “La dichiarazione dei diritti dei maschi”di Elisabeth Bramie Estelle Billon-Spagnol, ed.Lo Stampatello, 2015.
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