È solo uno scherzetto?
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- 06. Le parole hanno conseguenze
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• Che differenza c’è tra scherzo e prepotenza?
• Cosa si può fare per imparare a rispettarsi?
• So riconoscere cosa provano gli altri?
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Leggiamo il sesto principio del Manifesto della comunicazione non ostile per l’infanzia
L’insegnante introduce il tema con la lettura del sesto principio del Manifesto della comunicazione non ostile, chiede ai bambini/e se è mai capitato loro di dire qualcosa che ha offeso un altro/a.
Prosegue quindi chiedendo a bambini e bambine se conoscono la differenza fra uno scherzo innocuo e una offesa. In amicizia capita di farsi degli scherzi, è divertente!
Quando le persone di cui ci fidiamo ci fanno uno scherzo, o magari ci chiamano in un modo buffo, ridiamo anche noi. Ecco il segreto dello scherzo: ridere insieme, nessuno/a si offende o diventa triste.
L’insegnante può chiedere ai bambini di fare alcuni esempi: c’è un modo simpatico in cui vi chiamano, che vi piace e trovate divertente? Invece ci sono dei nomignoli che proprio non vi piacciono? Gli/le altri/e lo sanno che non vi piace essere chiamati in un certo modo?
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Usa le carte delle emozioni
Usa le Carte delle emozioni
L’insegnante riprende il discorso, svelando un trucco che ci aiuta a capire se, quando siamo noi a scherzare, le nostre parole possono essere appuntite e fare del male a chi le riceve: possiamo chiederci come ci sentiremmo se capitasse a noi, cosa proveremmo se ci dicessero queste parole
È un esercizio molto facile: ci si può provare insieme! È un bellissimo allenamento, che ci aiuta a capire come si sentono gli altri.
A questo punto viene proposta questa attività: bambini e bambine saranno invitati a trasformarsi in giornalisti e giornaliste, per realizzare delle interviste! Può essere utile fare un po’ di “riscaldamento”: a tale scopo, ci si dispone in cerchio e l’insegnante utilizza un mazzo di carte che raffigura le diverse emozioni. A turno ciascuno/a pesca una carta e racconta quando ha provato l’emozione raffigurata: “Sono felice quando…; sono arrabbiato/a se…; sono triste quando…; ho paura quando …”Dopo aver risposto, avviene la trasformazione in giornalista: si rivolge quindi la stessa domanda a un/una compagno/a a scelta: “E tu NOME quando sei felice/hai paura/…?”
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Consegna le carte delle emozioni
Un set di Carte delle emozioni per ogni bambino
L’insegnante porta a conclusione l’attività: hanno scoperto qualcosa di nuovo sulle persone intervistate? Che emozioni provano le persone che hanno risposto alle loro domande? Ci sono delle differenze nelle risposte date e ascoltate?
Infine consegna un set di carte delle emozioni a ogni bambino/a e incoraggia tutti/e a divertirsi nel proseguire le interviste (non solo a scuola!).
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L’ultima attività può essere proseguita a casa. L’insegnante renderà disponibile il mazzo di carte usato nell’attività per far continuare le interviste a mamma, papà, sorelle, fratelli… È importante però che giornalisti e giornalista chiedano, prima di iniziare, se hanno voglia di rispondere! Il consenso è necessario.
Anche questo serve per esercitarsi con le parole piumate. “Sto facendo il giornalista/la giornalista delle parole e dei sentimenti per la scuola e sarei felice se tu rispondessi ad alcune domande. Ti va di passare un po’ di tempo insieme a me e di rispondere a queste domande?”.
Si può suggerire di fare anche un’intervista telefonica a qualcuno/a che non vedono da un po’ di tempo. È importante che i bambini e le bambine si sentano calati nel ruolo e nella neutralità del giornalista, quindi va sottolineato che bisogna ascoltare con attenzione, annotare tutto e non commentare ciò che viene detto.
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